Cristina Bizzarri
- 11/05/2013 14:35:00
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La trovo sorprendente per laccostamento dell"alto" con il "basso", per quel suo essere così dolorosa e insieme così piena di speranza,classica e insieme modernissima, territoriale e nel contempo universale. "Ma allimpietoso incedere del più rigido inverno quando cadremo spogli delle nostre facce come fa l’albero nudo" è davvero un passaggio splendido. Ma mi permetto una piccola osservazione: come in unaltra tua poesia che ora non ricordo, la punteggiatura mi sembra troppo spezzettata,a volte inutile, fuori posto: ma forse questo è da te voluto per creare delle pause, delle improvvise interruzioni al senso e creare, così facendo, unattesa, una sospensione, in chi legge. Ciao e complimenti.
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